Disturbo di panico

 

Il disturbo di panico è un disturbo d’ansia ed è caratterizzato da attacchi di panico frequenti ed inaspettati. L’attacco di panico rappresenta la manifestazione più acuta ed intensa dell’ansia ed ha le caratteristiche di una crisi che si consuma nell’arco di pochi minuti.

A volte, a seguito di eventi stressanti, il normale livello d’ansia può innalzarsi esitando in uno o più episodi di panico, più o meno intensi. Il disturbo di panico è una patologia piuttosto diffusa, ingravescente e fortemente invalidante. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità ne soffre tra il 2% e il 3% della popolazione mondiale, soprattutto donne. Solitamente il decorso del disturbo è cronico, ma mentre alcune persone ne soffrono in maniera continuativa, altre presentano invece intervalli di anni senza che si siano verificati attacchi di panico. I motivi per cui le persone soffrono di attacchi di panico possono essere diversi.

Tra le cause più diffuse che concorrono all’insorgenza del disturbo ci sono:

  • Predisposizione genetica e familiarità
  • Lo stress fisico (malattie, deprivazione di sonno, uso di sostanze, ecc.) e psicologico (problemi lavorativi o finanziari, conflitti interpersonali, malattie di familiari, lutti, esperienze traumatiche, ecc.)
  • Preoccupazioni circa la propria salute o sensibilità ad interpretare come pericolosi alcuni segnali di attivazione fisiologica provenienti dal proprio corpo
  • Caratteristiche di personalità

Quando alcuni eventi che impattano nella vita delle persone in maniera significativa non vengono affrontati e/o elaborati adeguatamente (per svariati motivi), possono avere tra gli effetti un innalzamento del livello d’ansia tale da scatenare un attacco di panico. 

L’attacco di panico è caratterizzato da un brusco aumento dell’intensità dell’ansia, o della paura, la quale raggiunge un picco molto elevato in un breve lasso di tempo, durante il quale si possono manifestare alcuni (almeno 4) dei seguenti sintomi:

  • Palpitazioni, percezione accentuata del proprio battito cardiaco o tachicardia;
  • Sudorazione accentuata;
  • Tremori o agitazione;
  • Sensazione di mancanza d’aria o di soffocamento;
  • Dolore o fastidio al petto;
  • Nausea o disturbi addominali;
  • Sensazione di sbandamento, di instabilità, sensazione di “testa leggera” o di svenimento (es. debolezza alle gambe, vertigini, visione annebbiata), confusione mentale;
  • Brividi o vampate di calore;
  • Sensazioni di intorpidimento o di formicolio;
  • Sensazione di irrealtà (derealizzazione, es. sensazione che ciò che vediamo, o che percepiamo, non sia reale) o sensazione di essere staccati da sé stessi (depersonalizzazione);
  • Paura di perdere il controllo o di impazzire;
  • Paura di morire.

In genere, chi ha avuto esperienza di uno o più attacchi di panico tende come conseguenza  a sviluppare la paura e la preoccupazione che l’attacco di panico possa verificarsi nuovamente, e la preoccupazione rispetto alle conseguenze dell’attacco di panico stesso (es. paura di impazzire, di perdere il controllo, di rischiare un attacco cardiaco, di morire, ecc.); di conseguenza si sviluppa la tendenza ad evitare tutte una serie di situazioni che vengono considerate dalla persona come “a rischio di attacco di panico” mettendo in atto comportamenti tesi a proteggersi da una eventuale “ricaduta”. Quello che molto spesso viene ad innescarsi è il circuito della “paura della paura”: emerge sempre di più l’intolleranza alla sola possibilità di poter provare paura al punto di iniziare a pensarci in maniera ossessiva, e tutto ciò finisce con il pregiudicare pesantemente la qualità della vita delle persone. Spesso le persone smettono di guidare, per esempio, per paura che un attacco di panico si possa verificare mentre sono alla guida dell’automobile o della moto; smettono di viaggiare e/o semplicemente di spostarsi con i mezzi pubblici; oltre alla propria autonomia viene compromessa la vita sociale poiché si tende in genere a non allontanarsi da casa, e dunque anche la frequentazione degli amici o dei luoghi abituali subisce importanti cambiamenti. E’presente spesso un’invalidante vissuto di vergogna che costringe le persone che soffrono di disturbo di panico a rimanere sempre più isolate dal contesto sociale, nel timore di essere giudicate in maniera negativa dagli altri.

Poiché nella sintomatologia degli attacchi di panico è molto forte il coinvolgimento corporeo, spesso le persone sviluppano un’ipersensibilità ai minimi cambiamenti nel corpo, che vengono spesso erroneamente interpretati come un possibile imminente attacco. Motivo per cui spesso l’attività fisica (e persino quella sessuale) tende a ridursi drasticamente o ad essere eliminata, così come qualsiasi attività che tenda a sollecitare un’attivazione fisiologica dell’organismo.

Gli attacchi di panico possono essere classificati anche sulla base delle condizioni in cui si verificano, cioè dipendenti da situazioni specifiche tipicamente temute (come ad esempio trovarsi in posti affollati, in ascensore, in macchina, in luoghi da cui è difficile svincolarsi, ecc.) e quelli che si originano in maniera inaspettata, all’improvviso; quelli generati da stimoli interni (come ad esempio da alcune sensazioni fisiche quali l’accelerazione del battito cardiaco, la sensazione di nodo alla gola, ecc.) o da pensieri del tipo: “Sto per svenire!”, “Sto per avere un infarto!”, “Perderò il controllo di me!”, “Impazzirò!”, “Sto per morire!”. In generale la caratteristica essenziale di un attacco di panico è proprio la comparsa improvvisa di paura o disagio intensi che raggiunge il picco in pochi minuti, tuttavia esso può manifestarsi nel contesto di altri disturbi d’ansia o mentali, e nell’ambito di alcune particolari condizioni mediche.